Il Ministero della Salute dispone dell’Istituto Superiore di Sanità per studiare le criticità sanitarie tra cui quelle originate dagli infestanti. L’elaborazione dei risultati dà luogo a linee guida e codici di prevenzione a tutela dell’intera popolazione italiana. Ci si aspetterebbe pertanto una gestione della profilassi omogenea in tutto il territorio nazionale, intesa come azioni a cui dovrebbero essere partecipi enti pubblici e privati coinvolti in un principio di complementarità efficace alla tutela del singolo così come della collettività. Il vero lavoro di prevenzione per contrastare i fenomeni delle infestazioni infatti non può prescindere da una necessaria sinergia fra le misure messe in campo nelle aree pubbliche e nelle aree private.
Questo ideale è tuttavia molto lontano da quanto accade ancora all’indomani di una pandemia, in cui l’azione omogenea delle profilassi ha potuto dar luogo al termine delle contaminazioni. Nel caso delle arbovirosi, ad esempio, nonostante il continuo incremento dei casi di infezione virale veicolati da zanzare e zecche, la profilassi è oggetto di interpretazioni più svariate in base alla sensibilità delle singole amministrazioni locali.
Basta consultare qualche capitolato d’appalto, scorrendo da nord a sud, per poter affermare che a tutt’oggi sussistono diverse interpretazioni circa i modelli di prevenzione da adottare per contrastare la presenza di zanzare. Oggi alcune amministrazioni optano, in maniera virtuosa ed ecosostenibile, per un attento controllo larvale, inteso come azione localizzata ai possibili focolai di infestazione, investendo anche nel supporto di tecnici esperti ed entomologi, garantendo un impatto ambientale pressoché nullo e limitando la diffusione indiscriminata di insetticidi nell’ambiente ai soli casi di reale conclamata necessità. Si riscontrano allo stesso tempo, ancora in numerosissime circostanze, programmi di lavoro stabili nel controllo delle zanzare adulte che, seppur effettuato con lo spargimento esteso di biocidi di ultima generazione e meno pericolosi, focalizzano l’attenzione sul fastidio momentaneo che subisce la persona e non su un lavoro tecnico e specifico mirato alla riduzione della popolazione degli infestanti. Questo modo di agire consente di abbattere solo temporaneamente esemplari di zanzare adulte, senza tuttavia limitare l’azione riproduttrice che continua a rinnovare la carica.
Diverse interpretazioni danneggiano anche l’azione sinergica a cui dovrebbe partecipare il privato
Tali diverse interpretazioni, da parte degli enti pubblici, vanificano talvolta anche l’opera messa in campo dai privati per le aree di competenza. Le pratiche eseguite dai cittadini nei loro giardini o da amministratori di condominio, seppur corrette, sono infatti talvolta indebolite dagli approcci obsoleti delle amministrazioni che trascurano la portata riproduttiva ad esempio dei fognoli stradali da cui può originarsi un’invasione di zanzare come di blatte o di ratti.
Fumigat Srl, alla luce di quanto sopraesposto, raccomanda di attuare un piano di controllo efficace ed in sinergia con le azioni intraprese dalle amministrazioni locali focalizzando l’attenzione nell’analisi ambientale del contesto. La azioni controllo devono essere effettuate solo dove sia necessario ridurre la popolazione degli infestanti tutelando la salute dell’uomo con azioni specifiche, costanti e ben localizzate, come nel caso del controllo delle larve delle zanzare. Queste modalità preventive riducono o evitano del tutto il ricorso alo spargimento di biocidi che, per quanto poco pericolosi, possono danneggiare l’ecosistema e comunque interferire con la salute umana.
Add Comment